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LE PORTE SOCCHIUSE

Posted on: 8 ottobre 2023

piccolo principeNon mi sono mai piaciute le porte chiuse: nascondono la vista, attutiscono i suoni, bloccano le correnti d’aria. A volte per capire tante cose, però, non serve che siano spalancate: basta uno spiraglio.

E così, camminando tra le corsie di un ospedale pediatrico, quelle porte socchiuse mi hanno ancora una volta raccontato pezzetti di vita: mamme che sorridono davanti ai piccoli ma che poi si girano di colpo alle prese con improvvise allergie agli occhi. Oppure papà intenti a fare fare ginnastica ad i propri campioni, obbligati a stare sdraiati in un letto ma spinti a guardare ben oltre quella prospettiva, perché i campioni veri non sono solo Messi e Ronaldo.
Da quelle fessure entrano ed escono uomini e donne in abiti bianchi o blu: che sia un camice o altro non fa differenza. Li vedi lì che si prendono cura delle cure ma curano anche l’anima, regalando sorrisi e interpretazioni fantasiose di problemi ben più complessi.

Tutto questo misto di speranza e dolore è lì, chiuso dietro delle porte, in una dimensione parallela dove il tempo scorre lentissimo per alcuni e troppo in fretta per altri. Non è mai uguale, perché dietro quei muri di legno, metallo o vetro scorrono numeri e dosi ma di esatto, in realtà, c’è poco o niente. Perché non ci sono pazienti ma persone in carne, ossa e cuore: non ci sono “signori” ma semplicemente “mammì o papà”.

Dietro quelle porte ci sono Gabriele, Marco, Sofia, Elisa per i quali i genitori vorrebbero solo salute, spensieratezza e futuro.

Allora quando purtroppo ciò che accade dentro quelle stanze nascoste finisce in maniera irreparabile, quelle porte tornano a chiudersi. Ogni spiraglio viene meno. Ma quelle scene così dolci e dolorose al tempo stesso restano lì ad insegnarci semplicemente come goderci la vita: per quella che è, senza tanti fronzoli… come quando tra una lacrima e l’altra il sole, intrufolandosi tra una tenda chiusa per pudore ed un vetro oscurante, entra all’improvviso ed illumina i visini di queste piccolette e piccoletti a cui il destino nei casi peggiori non regalerà un futuro ma sicuramente un presente che meritano di vivere appieno, ognuno come può e come vuole.

Sara Pulvirenti

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