SaRa Stampa

L’INSPIEGABILE HA BISOGNO DI SILENZIO

Posted on: 13 febbraio 2024

20230324_165106Caro Paolo,
non ci conosciamo. Probabilmente ci saremo incrociati qualche volta nel bosco, anzi, ho un vago ricordo di averti visto ad una cerimonia. Ma ora non è importante.
Sono alcuni giorni che non ci sei più ma, paradossalmente, oggi sei al centro dei discorsi di centinaia, migliaia di persone, più di quanto tu non lo sia mai stato nella tua intera vita.

Quello che ti è capitato ci ha lasciato una sensazione inspiegabile. Mi piacerebbe scrivere che ci ha lasciato senza parole ma in realtà di parole in queste ore ne sono uscite e ne stanno uscendo a valanga,  di tutti i tipi e dalla bocca di chiunque. Immagino che i fatti così come sono accaduti abbiano fatto piombare la tua famiglia in uno stato esistenziale che definirei senza pace.

Una delle frasi che più sento in questi giorni è: non si può morire così! E’ vero. Non si può.

Ci sarebbero tanti se e tanti ma da scrivere ma resta solo un fatto: la tua famiglia non ti vedrà più tornare a casa e l’ultima immagine che avrà di te sarà quella di un corpo dilaniato dai morsi di tre cani in un bosco che per te, come per tutti noi, era ed è un po’ casa.
Un’istantanea indelebile che credo non se ne andrà più neanche dalla mente di chi ha provato a darti una mano quando stavi per morire o di chi, dopo che quell’ultimo soffio di vita che era in te è volato via, ti ha trovato riverso in una pozza di sangue.

Ti confido una cosa: proprio l’anno scorso in quello stesso punto mia figlia ed una ventina di suoi amichetti avevano trovato uno degli indizi di una grande caccia al tesoro all’interno del bosco. C’erano risate ovunque. Il cielo azzurro, i profumi della primavera ed i primi fiori sul prato. Non come la scorsa domenica con il cielo grigio a piangere lacrime di pioggia, come se già sapesse quello che ti sarebbe successo.

Il frastuono di questi giorni tra poco lascerà spazio al silenzio ed al vuoto. Quello che sentono anche ora le persone che ti conoscevano e che ti volevano bene. Perché mentre le testate giornalistiche ed i social fanno a gara a chi rilancia per primo le foto prese dal tuo profilo facebook, a chi fa l’intervista “migliore”, la foto più accattivante e a chi raggiunge il maggiore numero di click o di ascolti, ci sono persone che in quello stesso istante in cui tu hai perso la vita hanno visto volare via la propria. Per loro ci sarà un prima e un dopo la tua morte.

Mi spiace che non si abbia la sensibilità per capire questo delicato passaggio: sai, Paolo quel giorno nel bosco al tuo posto poteva esserci chiunque di noi ma quasi nessuno sembra ricordarselo o farci caso. Perché se così fosse non ci sarebbero professori, giudici e opinionisti dietro ad ogni angolo. Vincerebbe lo sbigottimento. Il silenzio. Invece la tua foto è ovunque e chissà che effetto fa ai tuoi famigliari vederti e sentire il tuo nome dappertutto, senza poterti vivere come è sempre accaduto fino allo scorso fine settimana.

Caro Paolo, lo ripeto, non ci conosciamo e neanche avremo modo di conoscerci in futuro ma sta sicuro che la tua storia non la dimenticherò. E tutte le volte che andrò nel bosco e passerò di lì penserò a te, a quello che devi avere provato quando ti sei visto solo e aggredito da quegli animali inferociti. La paura, il dolore e la consapevolezza che forse i tuoi occhi azzurri quel bel bosco non lo avrebbero più rivisto da quell’angolazione e le tue orecchie non avrebbero più sentito la voce dei tuoi famigliari… mi vengono i brividi a pensarci.

Se puoi da lassù aiuta i tuoi affetti più sinceri a dare un senso a qualcosa che è e sarà sempre insensato, perché non ci sarà tempo in grado di dare una giustificazione o una lettura logica a quanto accaduto.

Mi spiace, Paolo per quello che ti è successo e per quello che sta passando la tua famiglia e mi auguro che tutti noi, che in questa storia non c’entriamo nulla, comprendiamo il prima possibile che a volte il silenzio è l’unica forma di rispetto e di sollievo per chi è stato travolto da uno tsunami inimmaginabile come questo.

Sara Pulvirenti

Ps: ed ai giornali che hanno pensato bene di pubblicare la foto della cassetta della posta con tanto di numero civico e nomi di tutti i componenti della famiglia che dovrebbe essere proprietaria dei cani (tra cui dovrebbero esserci anche minori) domando… fa parte del diritto di cronaca? Era necessario a raccontare l’accaduto? Non credo… forse serviva e serve purtroppo ad intercettare maggiori click e reazioni social… l’informazione però è una cosa seria e maneggiarla è un lavoro che richiede professionalità, tatto e, permettetemi di aggiungerlo, anche cuore!

Lascia un commento

Inserisci il tuo indirizzo email per seguire questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi via e-mail.

Unisciti a 32 altri iscritti
febbraio: 2024
L M M G V S D
 1234
567891011
12131415161718
19202122232425
26272829  

Archivi