SaRa Stampa

20230324_165106Caro Paolo,
non ci conosciamo. Probabilmente ci saremo incrociati qualche volta nel bosco, anzi, ho un vago ricordo di averti visto ad una cerimonia. Ma ora non è importante.
Sono alcuni giorni che non ci sei più ma, paradossalmente, oggi sei al centro dei discorsi di centinaia, migliaia di persone, più di quanto tu non lo sia mai stato nella tua intera vita.

Quello che ti è capitato ci ha lasciato una sensazione inspiegabile. Mi piacerebbe scrivere che ci ha lasciato senza parole ma in realtà di parole in queste ore ne sono uscite e ne stanno uscendo a valanga,  di tutti i tipi e dalla bocca di chiunque. Immagino che i fatti così come sono accaduti abbiano fatto piombare la tua famiglia in uno stato esistenziale che definirei senza pace.

Una delle frasi che più sento in questi giorni è: non si può morire così! E’ vero. Non si può. Leggi il seguito di questo post »

giulia cecchettin da profilo facebookGiulia cara, che faccetta che hai!
Sono giorni che sorridi dallo schermo del mio pc, tanto che alla fine, anche se non è vero, mi sembra quasi di conoscerti. Uno sguardo fanciullo il tuo. Dolce. Vivace. Vitale!

Intorno alla tua storia, descritta inizialmente come “una possibile fuga di due fidanzatini”, ora ci sono solo lacrime, immagini e parole di dolore. Ma, nonostante tutto, tu ancora da quella foto sorridi. Chissà se hai avuto il tempo di farlo anche prima di andartene. Chissà se hai avuto paura. Chissà se ti sei sentita sola. Chissà se chi ti ha fatto questo si è reso conto di stare per spengerlo per sempre quel tuo bel sorriso. E chissà ora cosa farà quel ragazzo ogni volta che sarà lui a vederti in foto, lo strumento che l’uomo ha inventato per “fermare il tempo”. 

Dopo essere scappato, è stato preso in Germania. Prima ti ha ucciso. Poi ti ha buttato in un dirupo ed è scappato con quella stessa macchina in cui chissà quante altre volte prima di allora sarai salita. Ma come si può scappare da un gesto simile? Probabilmente non aveva fatto il conto con il fatto che, fuggitivi o in carcere, da un omicidio non si può scappare! Si può “seminare” la Polizia e i Carabinieri, ma l’anima è legata a doppia mandata alla nostra persona e di quella non ci si può disfare.

Me lo immagino lui che scappa: più si allontanava dal tuo corpo e più comprendeva la gravità del suo gesto. Chilometro dopo chilometro avrà realizzato ciò che realmente aveva fatto mentre tu, ormai morta, gli comparivi davanti sempre con il tuo bel sorriso, ora dallo smartphone, ora dalla tv, ora sui giornali, ora semplicemente dalla sua mente e dal suo cuore. 

Sai Giulia, io da quando sono piccina sono convinta che il bene vince sempre sul male, anche quando non sembra. Quel ragazzo ti ha tolto la vita, ti ha tolto all’affetto della tua famiglia, ti ha tolto la possibilità di discutere la tua tesi ma non ti ha tolto il sorriso. Credeva di averlo fatto ma i fatti gli stanno dimostrando che dovrà eternamente fare i conti con quel tuo eterno sorriso che mai invecchierà. Perché il bene non invecchia. L’Amore genera Amore. L’Amore dà vita, non la toglie. Lui probabilmente vivrà a lungo ma per quanto potrà fare per tentare di cancellare quanto accaduto, avrà sempre nella sua mente e nel suo cuore il tuo viso sorridente. 

Non è consolatorio per te e non lo è soprattutto per la tua famiglia ma è la forma di resistenza più forte che un sentimento di Amore può esprimere: l’Amore resiste, quel tuo sguardo dolce rimarrà immutato e tu continuerai a sorridere a dispetto di chi probabilmente non è stato capace di capire i propri limiti o, peggio ancora, di darsi dei limiti.

In questa tua storia, cara Giulia, gli sguardi ritratti nelle immagini diffuse dai media mi hanno davvero impressionato: il tuo penso che lo ricorderò per sempre, insieme a quello di tuo papà, così dolce, mite e umano. Spero che invece quello rabbioso, fiero e disperato di tua sorella possa con il tempo cambiare e diventare più sereno e confido anche che gli occhi praticamente chiusi o sempre rivolti verso il basso del papà di quel ragazzo fuggitivo da quello che ha fatto e da sé stesso, possano un giorno aprirsi e rialzarsi. 

Ciao Giulia, è stato un piacere conoscerti e, dimenticavo, complimenti per la tua laurea, anche se sia te che io sappiamo che non è e non sarà mai un pezzo di carta ad esprimere il valore di una persona.

Fai buon viaggio… con calma… senza fuggire perché tu non hai nulla da nascondere, anzi, quel tuo bel sorriso mostralo appena puoi in sogno ai tuoi cari, magari accompagnato da quello della tua mamma con cui voglio credere continuerai a vivere questa tua avventura.

Sara Pulvirenti

piccolo principeNon mi sono mai piaciute le porte chiuse: nascondono la vista, attutiscono i suoni, bloccano le correnti d’aria. A volte per capire tante cose, però, non serve che siano spalancate: basta uno spiraglio.

E così, camminando tra le corsie di un ospedale pediatrico, quelle porte socchiuse mi hanno ancora una volta raccontato pezzetti di vita: mamme che sorridono davanti ai piccoli ma che poi si girano di colpo alle prese con improvvise allergie agli occhi. Oppure papà intenti a fare fare ginnastica ad i propri campioni, obbligati a stare sdraiati in un letto ma spinti a guardare ben oltre quella prospettiva, perché i campioni veri non sono solo Messi e Ronaldo.
Da quelle fessure entrano ed escono uomini e donne in abiti bianchi o blu: che sia un camice o altro non fa differenza. Li vedi lì che si prendono cura delle cure ma curano anche l’anima, regalando sorrisi e interpretazioni fantasiose di problemi ben più complessi. Leggi il seguito di questo post »

vignetta giornalismoLo ammetto in premessa: il Sig. Pietro Tidei, già deputato della Repubblica e più volte Sindaco in diversi Comuni del litorale nord del Lazio, “a pelle” non ha mai riscosso le mie simpatie: non mi piaceva il suo modo assertivo di parlare e quel suo sentirsi “grande e forte” in qualsiasi contesto e di fronte a qualsiasi persona. Va detto che la mia è un’opinione maturata non per conoscenza diretta ma solo per quello che lui stesso faceva e fa conoscere di sé, attraverso le sue interviste, i suoi comunicati ed i suoi social.
Le ultime notizie di cronaca rosa/nera che lo vedono coinvolto mi spingerebbero a rafforzare questa mia idea ma, in realtà, quello che voglio sottolineare oggi è ben altro.
Anno 2023: irrompe sulle prime pagine dei giornali locali e nazionali che un uomo che ricopre una carica pubblica istituzionale è stato “beccato” a fare sesso nei locali dell’ente che rappresenta ed il “video-prova” che lo testimonia incontrovertibilmente ha cominciato a girare nelle chat e nei media in maniera ormai incontrollata. Ma siamo proprio sicuri che a fare parlare sia e debba essere il risvolto “sessuale” della notizia?

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